UNA RIVISTA CHE CONIUGA PENSIERO E SENTIMENTO
Repubblica – 17 gennaio 2010 pagina 12 sezione: NAPOLI

“IL PENSIERO è una freccia. Il sentimento un cerchio”. Questo aforisma, per taluni aspetti ambiguo, della poetessa Marina Cvetaeva, dà il titolo alla nuova rivista, diretta da Edoardo Sant’ Elia, edita da La Scuola di Pitagora, presentata all’ Istituto italiano per gli studi filosofici. In un momento cruciale della storia politica e culturale di Napoli, nella quale si consuma una stagione ma non si intravedono ancora i contorni della nuova, l’ originale evento testimonia, a mio modo di vedere, un segno forte di vitalità in una città che ha bisogno, innanzitutto, di riacquistare la consapevolezza di sé, di ridisegnare la sua immagine nel mondo, di riscoprire le sue radici proiettandosi, al tempo stesso, nella contemporaneità e nel futuro. Una città che sente di doversi ripensare nei fatti e nelle cose e non soltanto discutendo di se stessa e del proprio destino. Fuori dai confini strettamente politici o sociologici, nell’ ambito di una recuperata dimensione autonoma della cultura. La rivista presenta indubbi tratti di originalità. Essa prefigura, infatti, un progetto a termine rigorosamente strutturato. Prevede otto numeri in otto anni, fino al 2017, con dodici contributi per ogni numero. E ogni fascicolo della rivista si caratterizza per un tema dialettico, che si dipana volta a volta attraverso una complementarietà dei saperi che rifiuta steccati e gerarchie. Il primo numero è dedicato al rapporto automa-anima, e si apre con un dialogo fra chi scrive e il filosofo Maurizio Ferraris. Lo studioso torinese pone una questione fondamentale: quella della riconsiderazione dell’ automa rispetto alla tradizionale enfasi che circonda l’ anima. Come se l’ automa fosse necessariamente il negativo e l’ anima il positivo. L’ automa la meccanicità, l’ anima la libertà. L’ automa la bassezza, l’ anima la spiritualità. La questione è, invece, molto più complessa e, nella nostra epoca, che si potrebbe anche definire l’ epoca della registrazione, non ci si può liberare dall’ automa con poche battute o banali moralismi. A me è sembrato che il nemico da combattere sia la persistente tendenza all’ astrattezza della separazione. La vita è automatismo e libertà, perché è libertà dall’automa e organizzazione automatizzante della libertà. Fra le tragedie della nostra epoca vi è quella di avere riaperto la scissione fra le componenti della vita, della società, dell’io. Il ritornare a pensare il mondo in termini di opposizioni non risolte: l’ etica da un lato e la politica dall’ altro, l’ uguaglianza e la libertà, lo Stato e l’ individuo, in fondo, la bontà e la cattiveria, l’irrazionale e il razionale, il corpo e lo spirito, come se ognuno di noi non fosse, nella pienezza della vita, del vivere autentico, tutto questo così come, del resto e a maggior ragione, la comunità in cui viviamo che altro non è che il luogo di incontro di queste esperienze vissute e viventi. La rivista, fondata e diretta da Sant’ Elia, prefigurando un percorso che mette in discussione queste convenzionali separazioni, propone a lettori e critici la possibilità di ridiscutere il fondamento stesso dell’impegno culturale e non casualmente intreccia stili e generi. Si caratterizza anche per le bellissime illustrazioni di Severino Baraldi ed è bilingue, in italiano e in inglese, il che ne connota un’ internazionalità che non si attua solo nell’ esteriorità della traduzione ma nei contenuti, negli atteggiamenti e negli autori. Internazionale ma profondamente e radicatamente napoletana. All’ evento hanno partecipato Alida Airaghi, Massimo Bocchiola, Rinaldo Caddeo, Romeo De Maio, Maurizio Ferraris, Bruna Mancini, Aldo Masullo, David Punter, Erik S. Rabkin, Patrizia Romeo Tomasini. – ERNESTO PAOLOZZI

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