Domenico Massaro, Viaggio in Norvegia. Una guida per viaggiatori indipendenti, Napoli, Imago Eranos, 2013, pp208, euro 13,00.
“Il viaggio è un’esperienza fondamentale della vita umana. E’ astato così nel passato, quando artisti, letterati, filosofi come semplici soldati, marinai e mercanti hanno annotato nei loro diari, con l’acutezza derivante dalla curiosità, osservazioni e riflessioni su tutto ciò che andavano scoprendo. Può esserlo ancora oggi, o la facilità delle comunicazioni ci ha tolto per sempre la gioia e il fascino della scoperta? E se così fosse, che fare per non arrenderci all’omologazione universale, che enfatizza il conformismo e nasconde le differenze?”
Così il filosofo e scrittore Domenico Massaro introduce il suo Viaggio in Norvegia. Una guida per viaggiatori indipendenti. Il volume inaugura una collana di racconti di viaggio che si prospetta particolarmente interessante e originale. Racconti, infatti, che sono anche guide e in questo senso guide alternative. Tengo a precisare che non si tratta di una concessione alla moda degli ultimi trent’anni e forse più: Il racconto di una realtà diversa da quella ufficiale o consegnata ai clichè della tradizione per dar prova di originalità o di alter natività politica. Fosse così si rivelerebbe essere un racconto altrettanto conformista e banale perché costruito su fondamenta ideologiche e precostituite. La dimensione di Domenico Massaro è la dimensione del racconto che si fonda su un viaggio nell’anima e con l’anima attraverso un paesaggio che è, assieme, natura, cultura e storia.
Massaro ci conduce con semplicità e sobrietà in un affascinante viaggio attraverso la Norvegia, luogo spirituale e metafisico, oltre che spazio geografico estremo, come egli stesso suggerisce con prosa sobria e contenuta. La lettura ci lascia come sospesi di fronte ad un paesaggio e a una storia che ci avvolgono prima ancora che coinvolgono. Si, in una dimensione metafisica, quasi astorica, ferma nel tempo, senza passato e senza futuro.
Ma, continuando la lettura del racconto-guida del viaggio di Massaro, immergendosi nella realtà della vita si avvertono le contraddizioni, per così dire della realtà, riemerge quella dialettica insopprimibile che è la condizione della vita umana. Dialettica fondamentale che si esercita fra il dolore e il piacere, fra il pensiero e l’azione e che si manifesta in infiniti modi.
Seguendo la scrittura di Massaro come in una sorta di fenomenologia particolarissima, il mondo della Norvegia così lontano da quello mediterraneo nel quale siamo immersi noi italiani, si presenta come in un cortometraggio che ci conduce dalla natura alla riflessione. Paesaggio e mondo culturale che ci appaiono lontani ma che si riscopre parte dello stesso orizzonte, quello dell’umanità, appena lo scrittore ci pone di fronte all’arte, alla filosofia, alla cultura.
Campeggiano due figure : Munch ed Ibsen, il grande artista per il quale Oslo ha costruito un importante museo e il modernissimo capostipite del teatro contemporaneo. Quell’Ibsen che ha radici forti anche nella nostra Italia, che amava soggiornare nella mediterraneissima Ischia.
Un’ulteriore prova, se ce ne fosse ancora bisogno, che pregiudizi e razzismi, odii e rancori si superano quando pur nella diversità, nella ricchezza della diversità, ci si ricongiunge nell’universalità dell’arte e della filosofia. Infatti, Casa di Bambola, rappresenta la condizione della donna norvegese come italiana. Una tensione fra la fragilità e il coraggio che ancora oggi si stenta a rappresentare in tutta la sua profonda verità esistenziale.
Massaro ci conduce, dunque, in questo itinerario spirituale ma , con apprezzabile garbo non disdegna di dare consigli e suggerimenti da vera e propria guida turistica. Un libro bello e utile, da portare in valigia o nello zainetto se si vuole intraprendere un viaggio non banale in una terra per tanti aspetti poco esplorata sul terreno di una comprensione autentica del paesaggio.
Ernesto Paolozzi
La recensione è pubblicata sulla Rivista di Studi “Libro Aperto”