Tutti i soldi sottratti al Mezzogiorno: mentre l’intervento straordinario è, infatti, chiaro e visibile, il non intervento ordinario è spesso vischioso e impercettibile

Ma è vero che il Mezzogiorno d’Italia è da sempre assistito? Che noi, napoletani, campani, calabresi, siamo fannulloni, spreconi, e rappresentiamo la palla al piede dello sviluppo del paese?
Non è vero, semplicemente non è vero in questi termini.

Che il Sud abbia problemi gravi sin dai tempi dell’unità d’Italia, è una verità. E’ altresì vero che abbiamo avuto bisogno, e ancora abbiamo bisogno, dell’intervento straordinario. Ma è altrettanto vero che le politiche dei governi nazionali, e soprattutto di quelli più recenti, sono sempre state tendenzialmente sbilanciate a favore del Centro-Nord.
L’intervento straordinario, dalla famosa Cassa per il Mezzogiorno agli attuali fondi europei, dovevano essere aggiuntivi alla spesa ordinaria dello Stato italiano. Sono stati, il più delle volte, sostitutivi di tale spesa.
E’ come se io mi lamentassi perché uno dei miei due figli mi chiede, ogni settimana, più soldi dell’altro. Per poi accorgermi, all’improvviso, che a questo figlio sprecone mia moglie non dà da mangiare tutti i giorni, per cui è costretto a provvedere da sé.

Mi scuso per l’elementarità dell’esempio. Ma, di questi tempi, è meglio essere chiari fino in fondo.
Questo non significa, naturalmente, negare che nel Mezzogiorno ci siano sprechi, clientele e, soprattutto, una classe dirigente, nel complesso, debole. Ma non a tal punto da legittimare e giustificare le inadempienze e, talvolta, gli abusi dei governi nazionali.

Per quasi vent’anni, da destra ma anche da sinistra, ci si è chiusi in un pensiero unico, sostanzialmente propagandistico e radiotelevisivo, per cui tale situazione, concreta e reale, è stata sottaciuta, se non ridicolizzata in qualche punto, col risultato di avere danneggiato il Sud anche in termini psicologici e, vorrei dire, nelle dignità individuali. Ci abbiamo quasi creduto, insomma. Passando due volte per gonzi. Non voglio immaginare le risate che si sono fatti i leghisti e i loro amici di governo.
E’ importante, dunque, che il Partito democratico abbia deciso, finalmente, di invertire la rotta e di tornare, con fermezza, a riproporre la questione meridionale nei suoi termini veri e concreti.

Nei prossimi giorni, probabilmente, si potranno fornire dati rigorosi e certi. Ma già così, soltanto leggendo le cronache, ci possiamo accorgere quanto nel nostro paese la realtà sia deformata. Non voglio ricorrere, per carità, al rapporto della Guardia di finanza che ci fa scoprire che, nell’ambito dell’edilizia, l’evasione fiscale maggiore si compie in Lombardia, e poi nel Lazio. Chi non avrebbe giurato che fosse la Campania?

Vorrei invece ricordare come i tagli operati nell’istruzione, per contenere la spesa pubblica, abbiano colpito, di fatto, soprattutto il Sud e, particolarmente, Napoli e la Campania. Ancora, nel libro bianco presentato dal governo sullo Stato sociale, si riaffacciano, sia pure camuffate, le gabbie salariali che è come dire salari più bassi al Sud. A motivarle ci sarebbe il minore costo della vita, dimenticando tutte le altre difficoltà che un lavoratore meridionale incontra quotidianamente, a partire da quella di trovare un secondo lavoro per arrotondare il bilancio, in famiglie molto spesso monoreddito sulle quali pesa come un macigno la probabile prospettiva della disoccupazione dei figli.

Stiamo dunque in guardia perché, oltre che fannulloni, passeremo anche per fessi. Mentre l’intervento straordinario è, infatti, chiaro e visibile, il non intervento ordinario è spesso vischioso e impercettibile. Quando, alla fine degli anni Settanta, fu decisa la soppressine dei cosiddetti buoni benzina per i turisti, il provvedimento, che sembrava del tutto neutrale, colpì il Sud perché, naturalmente, i turisti tedeschi si fermavano sulla costa romagnola senza più raggiungere le nostre coste. Me lo spiegò, ero un ragazzo, un vecchio e noto meridionalista napoletano.

 Ernesto Paolozzi

da “la Repubblica – Napoli” del 10 maggio 2009

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