Biblioteca della libertà (XLII, n.187, Aprile-Giugno 2007)
Il liberalismo, la scienza, la complessità – Liberalism, science, complexity
Ernesto Paolozzi
ABSTRACT
In che senso si può parlare di rapporto fra scienza e liberalismo o, meglio diremmo, fra filosofia della scienza e liberalismo? In questo senso: dello stabilire il rapporto fra una concezione della vita come quella liberale, che pone al suo centro la creatività, l’originalità e l’imprevedibilità dei comportamenti individuali come della storia, e un pensiero che tende a stabilire quali siano le leggi della natura o anche della storia stessa. Se con le più moderne teorie scientifiche, che sono frutto della riflessione non di soli filosofi ma di scienziati, consideriamo la realtà come un qualcosa che diviene e che non è dunque leggibile una volta e per tutte, la concepiamo come un qualcosa di complesso che si presta a più di un’interpretazione, allora accogliamo il dialogo, il confronto, la libertà. Se liberalismo e scienza moderna non si pensano più come un insieme statico di dottrine politiche da un lato e teorie scientifiche dall’altro, ma come metodi di interpretazione della vita e come potenze del fare, è più facile comprendere perché il liberalismo può porsi come rigorosa critica del potere in tutte le sue forme, ivi compresa quella che assume sul terreno del sapere o, come si preferisce dire, dei saperi.
In what sense can we talk of a relationship between science and liberalism or, better still, between the philosophy of science and liberalism? As the establishing of a relationship between a conception of life such as the liberal one, which revolves around creativity, originality and the unforeseeability of individual behaviour and history, and thinking that tends to establish what the laws of nature and history itself are. If, following the most modern scientific theories, the fruit of reflection not of philosophers alone but also of scientists, we consider reality as something that comes into being, hence not interpretable once and for all, we conceive of it as being complex, hence open to more than one interpretation, and hence welcome dialogue, debate and liberty. If we no longer think of liberalism and modern science as a static set of political doctrines on the one hand and scientific theories on the other, but rather as methods of interpretation of life and powers of doing, it is easier to understand why liberalism can appear as a rigorous critique of power in all its forms, including the one it assumes in the field of wisdom and know-how.