storicisti con se stessi e illuministi con gli altri.
Nell’ editoriale E pubblicato ieri su queste pagine Ottavio Ragone con chiarezza e severità pone alla sinistra campana, e al Partito Democratico in particolare, la questione della sua identità.
Di fronte alla giunta di centrodestra in Regione e a quella “arancione” del Comune di Napoli qual è la posizione del Pd e dei suoi alleati? Quali alternative prospettano, dopo tre anni di stallo e di fallimento su questioni cruciali come la ricostruzione di Bagnoli, lo smaltimento dei rifiuti, la gestione del traffico e della viabilità? A proposito della scelta del sindaco di Salerno di conservare i due incarichi, di sindaco e di sottosegretario nel Governo Letta, l’ interrogativo è se non si ci si trovi al cospetto di una doppia morale, dal momento che il sindaco, per anni, ha attaccato Bassolino reo di aver commesso analogo peccato. Anche in questo caso, che ne pensa il Pd, cosa dice di sinistra, tanto per richiamare la celebre battuta di un film di Moretti?
Bene. Penso che il dramma della perdita di identità del Pd e della sinistra non sia soltanto ascrivibile alla eventuale deficienza dei dirigenti campani. Non lo dico per buonismo ma perché temo che il problema sia molto più vasto e, pertanto, preoccupante. La questione della doppia morale che attraversa, peraltro, la sinistra radicale molto più del Pd, mi ricorda una ormai antica presa di posizione di un grande leader della sinistra europea, Giorgio Amendola che denunciava il cattivo costume di essere storicisti con se stessi e illuministi con gli altri.
Non a caso il figlio di Giovanni Amendola aveva frequentato da giovane Benedetto Croce. Se sbaglio mi storicizzo e mi assolvo. Ero povero, ho perso i genitori, l’ ho fatto per la patria o per il partito o per la fede e così via. Mica potete giudicarmi senza conoscere la mia vita, la mia storia! Ma se il mio professore arriva in ritardo perché bloccato dal traffico allora no, niente giustificazioni e perdoni. Poteva pensarci prima, svegliarsi in anticipo, che diamine! La ragione illuminante avrebbe dovuto insegnargli che a Napoli ci può essere il traffico. Niente perdono, nessuna indulgenza. Solo indignazione.
È questo uno dei nodi irrisolti dell’ identità della nostra sinistra nodo che, come in una cascata, inonda ogni rivolo della politica, dalla scelta sull’ intervento militare in Siria al comportamento da assumere sul blocco del traffico nelle grandi città. Storicisti o illuministi? Ma, soprattutto, storicisti e illuministi con chi?
In realtà storicismo e illuminismo possono e devono convivere nella concreta vita dell’ uomo, della politica. Anzi un rigoroso e serio storicismo prevede il talvolta necessario, indispensabile, illuminismo. Ma perdonare sempre se stesi e mai gli altri è l’ opposto della morale laica come dell’ autentico spirito cristiano che, semmai, prevedono il contrario: “severi con se stessi e indulgenti con gli altri”.
A me sembra che da troppi anni la sinistra italiana abbia smarrito questo insegnamento e abbia edificato un sistema nuovo di valori nel quale l’ illuminismo si tramuta in un sorta di fascismo democraticista, culla di un nuovo totalitarismo tenue ma non meno pericoloso. Se la polemica congressuale attorno alla segreteria di Renzi potrà servire a sciogliere questo nodo, la sinistra potrà tornare protagonista anche culturalmente, altrimenti si tratterà di una battaglia personale e urgerà (lo dico con una battuta), come si stanno mettendo le cose, organizzare subito le sottocorrenti renziane onde evitare la creazione di un nuovo partito personale.
da La Repubblica 04 settembre 2013 8 sez. NAPOLI Repubblica archivio